Allergia al nichel

L’allergia al nichel è un disturbo molto frequente che colpisce circa il 30% della popolazione. Anche chi non ne soffre può sviluppare un'allergia dopo contatti prolungati.

 allergia al nichel

Quanto vale per te la salute tua e dei tuoi cari? Sei proprio sicuro che risparmiare qualche euro sia la scelta giusta?

Spesso a causa di una scarsa attenzione dei produttori, o semplicemente per risparmiare e aumentare i profitti, persone che soffrono di gravi allergie al nichel o anche forme più lievi di sensibilità si ritrovano a dover fronteggiare dermatiti e ulcere cutanee a causa del contatto della pelle con collane, orecchini, anelli , bracciali e cinture.

Proprio i punti in cui vengono a contatto questi accessori sono i primi a manifestare i sintomi.

Spesso non sappiamo di soffrirne fino ai primi segnali di allergia.

Non sottovalutiamo il problema in nessun caso: far finta di niente può solo peggiorare la situazione.

Ma cosa possiamo fare per riconoscere ed evitare il problema?

Noi sin dall’inizio ci siamo impegnati a rendere ogni nostro prodotto il più sicuro possibile. Sappiamo quali accortezze può prendere un produttore e quindi possiamo darti qualche consiglio per evitare di incorrere in più o meno gravi conseguenze.

Questa non vuole essere una guida medica completa a questo disturbo, ma un approfondimento sull'allergia provocata dagli accessori di metallo usati nell'abbigliamento e moda.

fibbia allergia da nichel

Un po’ di curiosità sul nichel

Intorno al 1600 alcuni minatori di rame in Sassonia (Germania) trovarono un minerale rosso scuro. Credendo fosse rame continuarono ad estrarlo, ma divenne chiaro che le notevoli irritazioni di cui iniziarono a soffrire quei minatori erano causate proprio da quel particolare rame.

Il folclore dell'epoca convinse i minatori che il minerale fosse protetto da dei folletti, quindi lo rinominarono “kupfernickel”: rame dei folletti, da kupfer (rame) e nickel (folletto).

Solo nel 1750 il chimico svedese Axel Cronstedt riuscì ad isolare questo nuovo elemento.

Da quel momento visto il basso costo, la malleabilità e la natura anticorrosiva ne hanno fatto un elemento utilizzato in larga scala.

Chi ne soffre?

Il nichel è tra i primi in classifica tra gli allergeni e gli ultimi dati a disposizione parlano di un numero piuttosto alto di persone che soffrono di disturbi da contatto col nichel, in forme più o meno gravi.

In Europa è in media il 20% della popolazione che ne soffre, mentre in Italia si sale fino al 32,1%, di cui 3 su 4 donne. Un altro test negli Stati Uniti riporta che il 35,8% delle donne ne soffre già da prima dei 18 anni.

Lo stesso studio ha mostrato che il 25,6% dei bambini durante il test ha avuto una risposta rilevante al contatto col nichel.

Ma perché la maggior parte sono donne? Probabilmente perché si forano prima e più di frequente i lobi delle orecchie rispetto gli uomini e hanno a che fare con gioielli in misura maggiore.

Sintomi e come si manifesta

Siccome a soffrirne sono principalmente le zone a contatto con il nichel, si parla di dermatite allergica.

I primi sintomi si manifestano dopo 6-24 ore dal contatto e sono:

  • Pelle arrossata;
  • Prurito;
  • Gonfiore;
  • Bolle e vescicole;
  • Croste

Acqua e sudore aggravano la situazione.

Si ritiene che anche altre patologie siano dovute a prolungate esposizioni al nichel.

Dopo le prime reazione, le successive saranno gradualmente più rapide.

Normalmente viene attaccata solo la parte a contatto col metallo, ma in alcuni casi si può soffrire di reazioni più diffuse in altre parti del corpo, conosciute come idiopatie.
Le cellule immunitarie circolando nel corpo reagiscono anche in zone non esposte come ad esempio ginocchia, gomiti, cosce e parte alta del braccio e purtroppo spesso vengono confuse con eczemi o dermatiti atopiche.

Dove possiamo trovarlo

Molte componenti di metallo del nostro abbigliamento e accessori contengono nichel, sia come rivestimento che come lega.

Il rivestimento di nichel è un metodo efficace ed economico per donare un aspetto migliore a metalli di scarsa qualità e ne previene la corrosione.

Non è raro trovarlo in gioielli, bigiotteria, cerniere lampo, bottoni, fibbie e orologi, per citare solo alcuni esempi.

Spesso, proprio a causa della facilità con cui causa allergia, viene trattato con una vernice trasparente che per un breve periodo lo isola dalla pelle.
Purtroppo però dopo poco questa protezione viene meno, esponendo il nichel a diretto contatto col corpo, causando i primi sintomi dell’allergia.

Non è presente solo in prodotti economici: anche l’oro bianco comunemente contiene una percentuale di nichel.

Fare prevenzione

E’ importante evitare il contatto con l’allergene appena si manifestano i primi sintomi di prurito e rossore.

Non utilizzate più l’oggetto che vi ha causato l’allergia.

Dal momento della prima reazione allergica, le successive si manifesteranno in tempi più brevi dato che il corpo sarà già più sensibile. Se era presente uno strato protettivo sull’oggetto si può presupporre che ormai questo si sia deteriorato.

cintura allergia nichel

I metalli senza nichel

Alcune leghe utilizzate in gioielleria sono per legge nickel-free. Alcune delle principali sono:

  • Argento sterling, o comunemente sterling silver, è una lega ma non contiene nichel. Si riconosce dal numero stampato .925 perché contiene il 92,5% di argento. Il rimanente 7,5% è solitamente rame.
  • Niobio, apprezzato per il suo colore bluastro e utilizzato in gioielleria e piercing, è privo di nichel.
  • Titanio, che come il niobio è molto resistente alla corrosione, è naturalmente privo di nichel. Viene utilizzato anche in ambito medico per impianti sottocutanei.
  • Oro giallo 14kt, formato da 58% di oro puro, 25% puro argento e 17% di puro rame.

Ci sono alternative più economiche o molto più costose, ma bisogna sempre prestare attenzione.

L’ottone, per esempio, normalmente è privo di nichel, ma purtroppo spesso ne viene rivestito per questioni estetiche. Non è quindi una garanzia sufficiente sapere che un oggetto è fatto di un materiale privo di nichel.

Un campanello di allarme è il prezzo: se è troppo basso, è probabile che sia stato utilizzato il nichel nella lega o come rivestimento.

Cosa significa nickel-free?

Non significa necessariamente che non esista nessuna traccia di nichel, ma piuttosto che la quantità presente è talmente bassa che è innocua per l’essere umano e quasi impercettibile per gli strumenti di misurazione.

Le nostre fibbie

Il nostro obiettivo, sin dall’inizio, è stato quello di garantire un prodotto della miglior qualità ad un prezzo accessibile a chiunque.

Le nostre fibbie in ottone e zama vengono sempre trattate con galvaniche nickel-free e successivamente verniciate per garantire un'ulteriore protezione e durata.

Non solo: ogni altro componente metallico (viti, borchie) è rigorosamente nickel-free. Se non possiamo garantirlo, non lo offriamo.

Produrre con determinati standard (anche nella scelta delle pelli e delle concerie) ha un costo che non può e non deve essere evitato per il bene della nostra salute.

Prestate quindi attenzione quando comprare accessori che hanno prezzi troppo bassi.

Cinture da 10 o 20€ non possono essere nickel-free. Non è economicamente sostenibile. Nella migliore delle ipotesi hanno una leggera verniciatura trasparente che inizialmente vi protegge da reazioni allergiche, ma che gradualmente vi espone al nichel.

Le normative

In Europa severe normative regolano la presenza di nichel.

  • Regolamento (CE) n. 1907/2006 (c.d. Regolamento Reach) – artt. 67-73 e Allegato XVII, n. 27
  • D. Lgs. 14 settembre 2009, n. 133 – art. 16
  • Norma EN 1811:2011
  • Norma EN 12472:2009


A partire dal 31 marzo 2013 il Regolamento 1907/2006 REACH fissa i limiti di rilascio di nichel per ogni oggetto che che viene a contatto con la pelle.

Questi limiti sono:

  • 0,2 μg/cm2/settimana per gli oggetti da inserire in parti del corpo perforate durante la cicatrizzazione della ferita causata dalla perfoazione (orecchini e piercing);
  • 0,5 μg/cm2/settimana per i prodotti destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle;
  • Nel caso di un rivestimento “nickel free”, questo rivestimento deve garantire che il tasso consentito di cessione del nichel non venga superato per almeno 2 anni di uso normale dell’articolo.


Per chi trasgredisce e commercializza prodotti non idonei vi sono sanzioni di carattere penale. Arresto fino a 3 mesi o ammenda da 40.000 a 150.000€, salvo che il fatto non costituisca un reato più grave, ad esempio lesioni personali, articolo 582 c.p.

 

Fonti:

https://www.the-dermatologist.com/content/goblin%E2%80%99s-copper-%E2%80%94-time-nickel-directed-us-health-policy-here
http://www.europeanqualitystandard.com/nickel-tested-fonti-normative-e-limiti-di-rilascio/
https://www.ilsecoloxix.it/salute-benessere/2017/10/13/news/allergia-al-nichel-in-italia-non-lo-tollera-il-32-della-popolazione-quasi-tutte-donne-1.30922482

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